WELFARE E SERVIZI SOCIALI

Fossombrone deve diventare sempre di più una città inclusiva e, la città, deve porre al centro la persona non solo come individuo, ma soprattutto come parte integrante di una società che necessita di un’attenzione nuova al welfare, alle fragilità, all’associazionismo, alle istituzioni sociali, non vedendo queste però come problema ma come arricchimento per il territorio e l’economia che su esso pone le sue radici. La difficile situazione sanitaria, economica e sociale, deve portarci a riflettere, considerando la grande rivoluzione che potrebbe determinare: una tecnologia animata dall’uomo e un recupero delle piccole realtà.

Il Comune è visto dai cittadini come il punto di rifermento per la soluzione dei problemi e lo è, maggiormente, quando si parla di problemi sociali che riguardano i soggetti fragili, i disabili, i poveri e le categorie bisognose di aiuto. Nell’ottica di rispondere ai bisogni del nostro tempo, e non lasciare indietro nessuno, vanno messe in campo delle azioni mirate che diano soluzioni adeguate e creino, tramite un meccanismo di servizi, anche opportunità di lavoro. Alcune di queste sono:

∙ Ampliamento dei servizi sociali tramite progetti ampi e organici basati sui bisogni delle persone, adatti ad un bacino di utenti più grande e gestito direttamente dall’Ambito Sociale 7, facendo riprendere a questo il ruolo che gli spetta;

∙ Creazione di Sportelli psicologici, Sportelli antiviolenza, educazione alla sessualità e alla diversità di genere, percorsi formativi per genitori, famiglie, bambini e bambine, per le violenze di genere, violenza sulle donne;

∙ Avviare progetti dedicati agli anziani che favoriscano l’invecchiamento attivo quali l’Università della terza età, laboratori di stimolazione cognitiva e attività ludico-motoria, progetti anziani-bambini;

∙ Creare progetti ed aree per la disabilità e per le malattie degenerative (come l’Alzheimer e il Parkinson). Tranne una a Fano, non ci sono strutture in grado di accogliere e sostenere le famiglie che soffrono queste problematiche che diventano totalizzanti per la famiglia.

∙ Facilitare il collegamento tra servizi sociali e centro per l’impiego tramite la creazione di un database condiviso di dati condivisibili così da poter intercettare offerte di lavoro da parte di soggetti che lo cercano. In questa ottica, intraprendere un dialogo con l’Istituto Donati, l’istituto Tecnico di Urbino e l’Istituto Volta di Fano, anche con la creazione di un corso ITS specializzante per figure tecniche, rivolte ai giovani e a tutti coloro in cerca di occupazione;

∙ Verificare la possibilità di creare progetti di Housing Sociale o Agricoltura sociale;

∙ Instaurare soluzioni innovative quali “Co-programmazione” e “Co-progettazione”, tra pubblico e terzo settore attivo nel territorio, che abbiano valenza dal punto di vista educativo,che favoriscano il reinserimento lavorativo e consentono la risoluzione dei classici problemi sociali relativi ad alcuni soggetti in condizione di disagio, superando il classico meccanismo di solo assistenzialismo;

∙ Sinergia, confronto continuo e promozione delle attività con il mondo associazionistico locale creando un meccanismo virtuoso in cui le associazioni, radicate sul territorio, riescano ad individuare al meglio le problematiche sociali e, allo stesso tempo, tramite l’aiuto del comune con fondi appositi o progetti dedicati, mettano in campo dei servizi che risolvono tali problemi. Ciò consente di arrivare meglio dove c’è bisogno e genera opportunità di lavoro per chi eroga il servizio;

∙ Sostenere, migliorare ed ampliare i servizi alla persona esistenti, come la Residenza Protetta, l’Asilo Nido, i centri per l’handicap e per il disagio minorile, valutando in certi casi anche forme di semiresidenzialità o di fruizione parziale, per allargare la platea di chi accede ad alcuni servizi rivolti alle categorie fragili.

welfare e servizi sociali